da Associazione Poliziotti Italiani

 

Bomba a Nassiriya. Morti tre italiani

 
NASSIRIYA - Il contingente italiano a Nassiriya è finito di nuovo nel mirino dei terroristi. Verso le 7,30 ora italiana una bomba esplosa al passaggio di una pattuglia composta da militari italiani e rumeni ha provocato la morte di quattro soldati.

 

LE VITTIME - Tre sono le vittime nel contingente italiano: il capitano dell'esercito Nicola Ciardelli, del 185esimo battaglione dei paracadutisti di Livorno; il maresciallo capo dei carabinieri Franco Lattanzio, 38 anni di Pacentro (L'Aquila); e il maresciallo capo dei carabinieri Carlo de Trizio, 37 anni di Bisceglie (Bari) deceduto in ospedale. È rimasto gravemente ferito il maresciallo aiutante Enrico Frassinito, 41 anni, di Padova ma residente a Sommacampagna (Verona): ha riportato con ustioni su circa il 30% del corpo ma pare non in pericolo di vita. Nell'esplosione ha perso la vita anche un caporale della polizia militare rumena, Bogdan Hancu, di 28 anni. La Polizia militare rumena ospitata a Camp Mittica è formata da 100 uomini.

IN IRAQ DA SOLI 13 GIORNI - Frassinito e de Trizio si trovavano in Iraq da soli 13 giorni, erano giunti a Nassiriya il 14 aprile scorso. Mentre Lattanzio era giunto in Iraq il 3 dicembre del 2005. Frassanito è stato trasportato in elicottero dall'ospedale della base militare italiana all'ospedale militare americano Rol 3, che si trova a circa 150 chilometri dalla sede della missione italiana. L’ospedale statunitense, da quanto viene riferito, sarebbe più attrezzato ad affrontare l’emergenza. Nessun altro militare italiano è rimasto ferito nell'attentato Le persone coinvolte sono state esclusivamente quelle a bordo del secondo veicolo del convoglio, sotto il quale è scoppiato l'ordigno.

 

Militari italiani in Iraq (Emblema)
Militari italiani in Iraq (Emblema)

LA MATRICE- Non è ancora chiara la matrice dell'attentato. Gli organismi investigativi e di intelligence sono al lavoro - analizzando ogni particolare al microscopio, dalla particolarità dell'esplosione al tipo di esplosivo usato - per capire chi c'è dietro all'attacco di una violenza inedita, per la «tranquilla» provincia di Dhi Qar, almeno con riferimento agli ultimi mesi. Secondo gli artificieri che hanno analizzato gli ordigni «improvvisati» (come quello usato oggi a Nassiriya), i cosiddetti IED (Improvised Explosive Device).

DINAMICA -L'ordigno, collocato al centro della carreggiata,è esploso al passaggio di un convoglio del contingente internazionale e ha colpito una camionetta italiana. Faceva parte di un convoglio che marciava lungo una strada a sud ovest dell'abitato di Nassiriyah, e si stava recando al PJOC (Provincial Joint Operation Centre, la sala operativa integrata delle Forze di sicurezza della Provincia). Era formato da quattro veicoli protetti del Reggimento carabinieri della Msu (Multinational Specilaized Unit) con a bordo un Ufficiale dell'Esercito, 15 militari dell'Arma dei carabinieri e graduato della Polizia Militare rumena. Lo scopo del traferimento era quello di rilevare il personale in servizio presso un comando locale della polizia irachena. L'attentato è avvenuto in un punto di «un percorso stradale noto e che i militari italiani percorrevano da quasi tre anni» ha riferito il maggiore Marco Mele, portavoce del contingente italiano in Iraq. Mele ha anche sottolineato che benché l'area di Nassiriya sembri essere più tranquilla rispetto ad altre del Paese iracheno, «in realtà la situazione è sempre potenzialmente a rischio». Quanto infine al clima che ora si respira tra i componenti del contingente italiano, il portavoce ha detto che «la vigilanza resta alta, è questo un colpo da ko e però ci risolleveremo. Ricordiamo che la nostra è una missione di sicurezza, umanitaria di collaborazione con le autorità locali per la convivenza civile e andremo avanti».

PRECEDENTI - L'ultima «azione ostile» nei confronti dei militari italiani si era avuta solo 5 giorni fa: un ordigno posto ai lati della carreggiata, fatto esplodere, anche in quel caso, al passaggio di un convoglio. Ma si parlò di una bomba a basso potenziale e di un'azione che poteva dunque essere soltanto dimostrativa. In tre anni di operazioni in Iraq sono morti, compreso l'attentato di oggi, 29 militari e 7 civili, fra i quali il funzionario del Sismi, Nicola Calipari.

 

 
27 aprile 2006